Giornalisti, una professione in via di estinzione

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C’erano una volta i giornalisti, quelli sempre col taccuino in mano, pronti allo scoop, in prima linea nell’inchiesta, avvezzi ai rischi, alle querele, alle diffamazioni. Categoria in via d’estinzione per vari motivi, e non sono in Italia.

1) La diffusione dei social, il proliferare di internet, hanno assestato un colpo micidiale alla carta stampata, ma anche alla radio, e la televisione non se la passa meglio. Ormai la notizia scorre in rete ed essere iscritti all’albo professionale pare quasi come superfluo, anacronistico. Tutti si sentono giornalisti, basta scrivere due righe in una chat di whastapp su quanto successo (vedi un incidente, un incendio, una rissa, un risultato di una partita sportiva, ecc).
Vedere in giro una persona con un quotidiano tra le mani è diventata una rarità. Fino a pochi anni fa, il posto ideale dove poter sfogliare il giornale, era su un tavolino di un bar sorseggiando un caffè, o in una panchina tra le frasche, o ancora nell’atrio di una stazione dei treni o alla fermata del bus o metrò. Tutte situazioni che non si vedono più in giro.

2) Il taglio degli ultimi 15 anni all’editoria ha assestato una botta tremenda ai nostri quotidiani. Tanti, quelle delle realtà locali, sono scomparsi. Altri hanno preferito fondersi. Altri ancora si sono uniti a quotidiani più importanti; c’è chi ha creato una catena editoriale nazionale o regionale. Infine, chi ha optato nell’andare solo on line riducendo sensibilmente i costi (stampatura, distribuzione, rese, ecc.).

3) Lo sfruttamento di gran parte della categoria, non tutelata dalle leggi. Infatti molti lavorano a gratis, altri in rete percepiscono compensi ridicoli (1 o 2 euro ad articolo). L’Ordine dei giornalisti non riesce ad intervenire sempre e comunque verso ni pubblicisti, che sono la categoria più svantaggiata e fragile. Persone che magari vantano sei o sette collaborazioni per sbarcare il lunario ed arrivare a fine mese. Senza contare che essi si pagano le tasse sul lavoro e anche la pensione…se pensione possiamo chiamarla quando l’avranno!

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